Non è uguale per tutti gli stati membri e le regioni d’Europa la sfida lanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: zero emissioni di CO2 entro il 2050 con mille miliardi di euro di investimenti pubblici e privati. Unica chance «per riconciliare l’economia con il nostro pianeta», secondo la presidente von der Leyen, grazie al nuovo Fondo per la transizione equa, considerato uno strumento chiave del “Green New Deal”.
Polonia, miniere di carbone convertite in museo
La Polonia, ad esempio, è fra i paesi con il più alto impatto ambientale, con il 60% della produzione energetica che deriva ancora dal carbone, il combustibile più inquinante e nocivo, che assicura però 85mila posti di lavoro (con salari superiori a quelli degli operai). E conta ben 33 città (su 50, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità) fra le più inquinate in Europa. In alcune aree sta tentando di accelerare il processo verso la transizione energetica: Katowice, città della Slesia, 300.000 abitanti e un’estesa regione urbana, considerata il regno polacco del carbone, con gli uomini che fanno i minatori da generazioni, trasforma alcune miniere in aree culturali, proponendo nuovi modelli di business.
Katowice, la riqualificazione del quartiere dei minatori
Dentro un vecchio giacimento (ex miniera “Warszawa”), tra pozzi e gallerie, a 350 metri sottoterra, è stato realizzato con fondi Fesr, per lo sviluppo regionale, il Silesian Museum, firmato dallo studio d’architettura Riegler Riewe: racconta la storia e l’arte della regione, anche attraverso le opere realizzate da alcuni minatori. Al suo interno è attivo il Bytom Theater, ricavato negli spazi destinati in origine alla cappella e agli uffici della miniera. Nikiszowiec, l’antico quartiere dei minatori, che risale ai primi del ‘900, ha mantenuto le tradizionali abitazioni in mattoni rossi. Oggi è una zona riqualificata che offre nuove opportunità all’edilizia, al turismo, alla cultura, al settore del food.
Economia verde e Fondo per la transizione equa
La Polonia è tra i paesi che beneficeranno maggiormente del Fondo per la Transizione equa, il Just Transition Fund, proprio per la presenza massiccia delle miniere, soprattutto in alcune regioni. «Grazie al Fondo sociale europeo sono stati già presentati 74 progetti connessi all’economia verde nell’ambito del Programma nazionale per lo sviluppo dell’istruzione e la conoscenza – spiega Loris Di Pietrantonio, capo unità Fse, della direzione generale Lavoro e Inclusione Sociale della Commissione europea – Circa 4.100 persone sono state coinvolte e creati 2.658 posti di lavoro in più nel settore dell’economia verde solo nella regione di Lublino attraverso il Programma operativo regionale».
Spagna, green jobs e social housing
Si muove verso la “transizione equa” anche la Spagna che con il Fondo sociale europeo promuove l’inclusione a supporto delle categorie disagiate. Il progetto “Lanzaderas de Empleo” sostiene in diverse aree del paese i giovani alla ricerca di un impiego, proponendosi come alternativa e soluzione alla crisi economica globale e alla disoccupazione con nuove politiche attive. Settemila i partecipanti alle iniziative sviluppate dalla Fundación Santa María la Real.
«Iln programma nazionale “Lanzaderas de empleo” mira a migliorare le opportunità di lavoro e l’integrazione sociale dei disoccupati – aggiunge Di Pietrantonio – Nel 2016, fondi per 12.837.695 euro sono stati assegnati alle Lanzaderas nell’ambito del Programma operativo nazionale di inclusione ed economia sociale. Una parte è espressamente dedicata ai Green Jobs».
La regione della Navarra spinge, invece, sul social housing con la costruzione di 524 alloggi, abbattendo i costi medi del riscaldamento a 75 euro all’anno, contro i 785 euro necessari negli immobili che risalgono a trent’anni fa.
5 miliardi per l’economia verde
Attualmente, gli investimenti in economia verde in Europa ammontano a circa 5 miliardi di euro del Fse: «Preparano la nostra forza lavoro alle sfide ambientali, ai bisogni di nuove competenze professionali inerenti alla sostenibilità, alle attività di apprendistato per l’utilizzo delle tecnologie verdi», conclude Di Pietrantonio.
Fonte: Il Sole 24 Ore